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FESTA DI SAN CALOGERO

 

L’ESCLUSA

Prima dell’alba del giorno appresso furono destate di soprassalto da uno strepito indiavolato giù per la strada: urli, grida scomposte che andavano al cielo, fischi spaventevoli di bùccine marine.

– I PESCATORI… – disse Maria, quasi tra sé, in un sospiro, nel bujo della camera. Eh sì: quello era il giorno della festa dei santi Patroni del paese. Chi ci aveva pensato?

Come ogni anno, sù dalla borgata marina venivano in tumulto, su lo spuntar del giorno, i così detti pescatori: quasi tutta la gente che abitava in riva al mare, non dedita alla pesca soltanto. A loro, agli abitanti della borgata, era serbato per antica abitudine l’onore di portare in trionfo per le vie della città il fèrcolo de’ due santi Patroni, che appunto nel mare avevano sofferto il loro primo martirio, e su i marinaj perciò facevano valere più specialmente la loro protezione.

Così ogni anno la città era destata da quell’invasione fragorosa, come dal mare stesso in tempesta.

Lungo le vie si schiudevano le finestre frettolosamente, da cui si sporgevano braccia nude, subito ritirate, e facce pallide di sonno, avvolte in vecchi scialli, in cuffie, in fazzoletti.

Nessuna delle tre sconsolate pensò di scendere dal letto. Rimasero con gli occhi aperti nel bujo, e a ciascuna passò innanzi alla mente la visione di quegli energumeni giù per la via, tra il fumo e le fiamme sanguigne delle torce a vento squassate, vestiti di bianco, in camicia e mutande, coi piedi scalzi, una fascia rossa alla vita, un fazzoletto giallo legato intorno al capo. Tant’altre volte, negli anni lieti, li avevano veduti.

S’intese il primo grido degli scalzi miracolati:

– IL SANTO DELLE GRAZIE, DIVOTI!

Erano ragazzi, giovinotti, uomini maturi, che per miracolo dei santi Cosimo e Damiano (di cui il popolo faceva un santo solo in due persone) si ritenevano scampati da qualche pericolo o guariti da qualche infermità, e che, ogni anno, per voto, andavano in giro per il paese, in peduli, vestiti di bianco come i PESCATORI, e con un vassojo davanti sostenuto da una fascia di seta a tracolla. Sul vassojo erano immagini dei due Martiri, da uno, da due, da tre soldi e più.

S’intese il primo grido degli scalzi miracolati:

IL SANTO DELLE GRAZIE, DIVOTI! Erano ragazzi, giovinotti, uomini maturi, che per miracolo dei santi Cosimo e Damiano (di cui il popolo faceva un santo solo in due persone) si ritenevano scampati da qualche pericolo o guariti da qualche infermità, e che, ogni anno, per voto, andavano in giro per il paese, in peduli, vestiti di bianco come i PESCATORI, e con un vassojo davanti sostenuto da una fascia di seta a tracolla. Sul vassojo erano immagini dei due Martiri, da uno, da due, da tre soldi e più.

S’intese il primo grido degli scalzi miracolati: